yoga
YOGA
Dal sanscrito yuj (unione) che ha dato in italiano la parola “giogo”, lo yoga è apparso almeno 5.000 anni fa nel nord-ovest dell’India, come testimoniano alcune monete antiche che rappresentano uno yogi seduto nella posizione del loto.
Lo Yoga Sutra, scritto tra il II e il III secolo a.C. da Patanjali, costituisce il manuale di riferimento dello yoga.
Lo Yoga Sutra, scritto tra il II e il III secolo a.C. da Patanjali, costituisce il manuale di riferimento dello yoga.
Lo Yoga Sutra precisa gli otto precetti che reggono la pratica dello yoga:
- Yama (codice morale verso gli altri)
- Niyama (codice morale verso se stessi)
- Asana (postura)
- Pranayama (controllo della respirazione e quindi del prana o energia vitale)
- Pratyahara (ripiegamento dell’attività sensoriale verso l’interiorità)
- Dharana (concentrazione dell’attenzione verso un oggetto)
- Dhyana (meditazione, contemplazione della vera natura della realtà)
- Samadhi
L’antico yoga di Patanjali (anche chiamato Raja Yoga) è in opposizione allo yoga più moderno di Swatmarama (o Hatha Yoga), che risale al XV secolo della nostra era. La loro opposizione è principalmente segnata dal fatto che l’Hatha Yoga si concentra sulla purificazione del corpo, la quale condurrà poi alla purificazione dell’anima. Nel caso del Raja Yoga il processo è invertito: è il lavoro mentale che produce l’energia che genera le posture. Possiamo dunque dire che il Raja Yoga è uno yoga mentale, mentre l’Hatha Yoga è uno yoga fisico.
Ci interesseremo pertanto qui più particolarmente del Raja Yoga, che è la forma mentale dello yoga. Studieremo questa forma di yoga alla luce delle scoperte in fisiologia cerebrale del Dottor Francis LEFEBURE, medico e ricercatore francese che, grazie all’utilizzo sistematico dei fosfeni, ha messo a punto un protocollo di esplorazione del cervello: la cervoscopia.
I fosfeni sono tutte le sensazioni luminose soggettive, cioè quelle che non sono direttamente prodotte dalla luce che stimola la retina. Essi possono essere prodotti con delle brevi fissazioni di sorgenti luminose. La cervoscopia ha permesso al Dr. LEFEBURE di misurare con precisione l’impatto sul cervello degli esercizi di yoga e di stabilire così delle regole di fisiologia cerebrale applicate all’iniziazione, creando uno yoga scientificamente migliorato: il Fosfenismo.
Il Dr LEFEBURE è riuscito a provare che il fosfene è un ripiegamento verso l’interno del senso della vista, così come l’acufene è un ripiegamento verso l’interno del senso dell’udito. In effetti a ciascun senso fisico corrisponde un senso interiore, il tutto a formare un secondo sistema sensoriale: il sistema fenico. La mescolanza del pensiero con un fene è l’esercizio di base del Fosfenismo e, a nostro avviso, costituisce l’autentico significato del Pratayahara, o ripiegamento dell’attività sensoriale verso l’interno. Esiste anche un fene della respirazione, o pneumofene, che si stimola mantenendo una “leggera sete d’aria”.
Esercizi di respirazione ritmata
La prima grande innovazione del Dr LEFEBURE a livello degli esercizi di respirazione o Pranayama, è l’utilizzo di un ritmo preciso (dato da un metronomo o da una musica).
Respirazione quadrata
Regolate il metronomo su 60, cioè una pulsazione al secondo.
Formate un fosfene con la lampada fosfenica.
Inspirazione in 8 secondi.
Ritenzione a polmoni pieni per 8 secondi.
Espirazione in 8 secondi.
Ritenzione a polmoni vuoti per 8 secondi.
Continuate il ciclo in questo modo fino all’estinzione del fosfene (circa tre minuti).
Rifate un fosfene e riprendete il ciclo dall’inizio.
Potete visualizzare un punto luminoso che ruota nei vostri polmoni durante le fasi di ritenzione.
La cifra di 8 secondi è data soltanto a titolo indicativo, altri valori possono essere utilizzati. L’importante è la regolarità precisa delle fasi.
Respirazione circolare
Simile alla respirazione quadrata, la respirazione circolare o ciclogena se ne differenzia per la scomparsa delle fasi di ritenzione, con un flusso d’aria variabile durante l’inspirazione e l’espirazione. E’ una specie di respirazione quadrata i cui angoli fossero stati arrotondati.
Regolate il metronomo su 60, cioè una pulsazione al secondo.
Formate un fosfene.
Inspirate 4 secondi cominciando dolcemente e poi aumentando progressivamente il flusso d’aria.
Continuate ad inspirare per 4 secondi, ma riducendo progressivamente il flusso d’aria fino al punto in cui non potrete inspirare quasi più.
Espirate per 4 secondi cominciando dolcemente e poi aumentando progressivamente il flusso d’aria.
Continuate ad espirare per 4 secondi, ma riducendo progressivamente il flusso d’aria, fino al punto in cui non potrete espirare quasi più.
Durante la respirazione, visualizzate un punto luminoso che ruota intorno a voi o in voi, e che segue le fasi della vostra respirazione.
Continuate il ciclo in questo modo fino all’estinzione del fosfene (circa tre minuti).
Rifate un fosfene e riprendete il ciclo dall’inizio.
La cifra di 4 secondi è data soltanto a titolo indicativo.